Un museo per l’arte trafugata
Il 16 maggio 2015 a Cassina de’ Pecchi, da un’idea di Salvatore Giannella, nasce il museo MAiO, il Museo dell’Arte in Ostaggio e delle grafiche visionarie. Il progetto ha l’intento di lanciare un grido d’allarme sulle storie d’arte depredata che attraversano il nostro Paese, e non solo. Tutto iniziò dalla straordinaria storia del sovrintendente marchigiano Pasquale Rotondi che salvò un patrimonio inestimabile durante l’ultima guerra e da Rodolfo Siviero, 007 dell’arte. Questo progetto ha come suo primo intento quello di tenere alta l’attenzione sull’arte trafugata e come missione generale di salvarci dall’assenza di arte e bellezza attraverso la continua ricerca, le installazioni interattive, le mostre temporanee, l’incontro con gli artisti, i laboratori creativi per tutte le età, le visite teatralizzate e la musica.
Noi siamo convinti che l’assenza dell’arte vada colmata, perché arte e bellezza ci rendono lieti, leniscono le ferite, ci caricano di energia e ci fanno persone migliori.
La Corte dedicata ai Salvatori dell’Arte
Il MAiO sorge nella corte dedicata a Pasquale Rotondi e Guglielmo Pacchioni, salvatori dell’arte dalla barbarie della guerra. I due soprintendenti furono protagonisti dell’Operazione Salvataggio dei tesori d’arte di Milano, Bergamo e Treviglio durante la Seconda Guerra Mondiale. La loro azione fu ispirata dalla fedeltà incondizionata ai valori della cultura, in entrambi fortissima, dalla fiducia reciproca e da una amicizia profonda nata quando Rotondi, neo assunto ad Ancona nell’Amministrazione delle Belle Arti, fece le sue prime esperienze di lavoro sotto la guida sapiente di Pacchioni.
Immaginare il museo significa innanzitutto pensarlo nel suo rapporto con il pubblico e dunque confrontarsi con le nuove tecnologie, gli apparati didattici, la comunicazione, i problemi espositivi.
Con la convinzione che il museo sia comunque, per tutti, uno splendido luogo in cui esercitare intelligenza e immaginazione
Maria Teresa Balboni Brizza, Immaginare il museo
Il Torrione Seicentesco
Il MAiO è situato nel centro dell’area di Cascina Casale, struttura esistente dal 1605. Dal 1994 l’Amministrazione Comunale del paese ha valorizzato quest’area promuovendo un percorso di messa in sicurezza e di restauro, affidato all’architetto Lorenzo Jurina. Il progetto ha salvato questa fonte storica per farne un luogo vivo di incontro, di cultura e di testimonianza storica. Il Museo MAiO occupa il torrione, il “granaio” della cascina, simbolo identitario superstite del passato comune. All’interno e nello spazio circostante si organizzano manifestazioni, mostre, eventi pubblici e privati rivolti alla comunità locale che, partecipandovi, riconosce e apprezza il proprio patrimonio culturale e architettonico.
Piano terra
Al piano terra del Museo c’è l’ingresso e l’rea accoglienza dove sarà possibile chiedere informazioni. Lo spazio è anche dedicato ai laboratori didattici e ad una piccola libreria dedicata ai testi sull’arte trafugata. Quando non ci sono mostre temporanee è su questo piano che vengono esposte fotografie dedicate alla storia e alle persone di Cassina de’ Pecchi.
Primo piano
Il primo piano è uno spazio polivalente in cui si organizzano mostre temporanee, conferenze, proiezioni, piccoli concerti e performance. L’allestimento versatile di questo piano è stato ideato dall’architetto Antonia Campanella, le teche e i pannelli sono componibili a seconda delle esigenze espositive.
Secondo Piano
Al secondo piano si trova il cuore del museo MAiO situato appositamente nel sottotetto, in modo che i visitatori vi accedano dopo un’ascesa. Si passa attraverso un ingresso in penombra con l’obbiettivo di enfatizzare la drammaticità del tema dell’assenza.
La realizzazione degli arredi è stata affidata alla Falegnameria Castelli su progetto del responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Cassina de’ Pecchi l’architetto Giancarlo Scaramozzino e dello studio Dossi Tranchino. Le installazioni digitali prodotte da Streamcolor sono il fulcro dell’esperienza MAiO.
La Stazione delle Muse racchiude già nel suo nome il concetto di sosta, rievocando la funzione storica di Cassina de’ Pecchi, che in epoca romana era la prima tappa della strada che collegava Milano alla città di Aquileia ed è rimasta un’importante stazione di posta per la sosta dei cavalli e dei viaggiatori fino al 1854, quando fu attivato il tronco ferroviario Milano-Treviglio. Il termine “stazione” sottolinea la volontà di rendere il MAiO un luogo dove fermarsi e vivere un’esperienza di tipo culturale, un’esperienza civile e tecnologica.
Il progetto La Stazione delle Muse si è proposto di accentuare il ruolo del MAiO come centro culturale e sociale a favore della comunità locale.
Il valore culturale e sociale del progetto lo ha reso vincitore, nel luglio 2017, del Bando Partecipazione Culturale di Fondazione Cariplo.
In occasione dell’evento del 3 giugno 2018, i numerosi partner aderenti all’iniziativa cofinanziata da Fondazione Cariplo e dal Comune di Cassina de’ Pecchi hanno presentato le loro attività finalizzate al progetto. È stato inaugurato il nuovo allestimento interattivo con installazioni di realtà virtuale e un videogioco, entrambi volti a coinvolgere non solo i fruitori già appassionati, ma anche i ragazzi dai 13 ai 25 anni, i migranti e i disabili a cui La Stazione delle Muse si rivolge con particolare attenzione.