
Nelle sue opere Luigi Angiuli mostra una tensione continua verso la realizzazione della fusione dell’arte con l’interiorità.
Il suo linguaggio si è sviluppato e arricchito a partire dall’analisi dello spazio della visione, mettendo anche in gioco immagini ed elementi della storia dell’arte. Ma questo atteggiamento analitico non si riduce solo a una fredda investigazione su tutto ciò che definisce lo spazio reale e culturale dell’arte. Al contrario, si tratta dell’apertura di una prospettiva operativa ricchissima di implicazioni e suggestioni: facendo emergere l’eco dell’arte del passato, la ri-copre di un artificioso cangiantismo, attirando l’osservatore in una dimensione spaziotemporale metafisicamente introversa, che lo pone a prendere il posto dell’artista quando stava dipingendo, diventandone, in un certo senso, l’autore durante il processo di osservazione. E questo, perché, in definitiva, l’opera esiste solo nella visione di chi la guarda.
Opere rigorosamente concettuali e allo stesso tempo assolutamente visive sono anche le sue inconfondibili “città viste dall’alto”. Queste cartografie emotive riprese dai satelliti e ridotte all’essenziale, ai soli segmenti orizzontali e verticali, in una resa assolutamente bidimensionale della composizione, grazie al colore e alla sua intrinseca capacità di provocare emozioni, emergono come intersezioni sentimentali quali direzioni che la vita può prendere.
☞ Mostra antologica “Uno sguardo dall’alto ed emozioni pittoriche”
Inaugurazione: Sabato 17 maggio 2025 alle ore 16:00
La mostra sarà visitabile fino al 7 giugno
